"Passano anni interi senza che noi proviamo un piacer vivo, anzi una sensazione pur momentanea di piacere. Il fanciullo non passa giorno che non ne provi. Qual è la cagione? La scienza in noi, in lui l'ignoranza. Vero è che così viceversa accade del dolore. (2 Luglio 1821, Zibaldone)."
UTOPIA NON RITROVABILE
L'idea del fanciullo è utopica e il rimpianto del passato è presente continuamente nella poesie di Leopardi e nello Zibaldone. La felicità perduta è ormai non ritrovabile e affligge Leopardi, senza nessuna possibilità di ritrovarla.
La "potenzialità" è persa, introvabile, l'armonia con la natura è una realtà irrealizzabile. Questa è la malinconia mostrata dal punto di vista "virtuale": la perdita totale della possibilità.
RIMPIANTO DI CIO' CHE E' PERDUTO
La poesia di Leopardi è un continuo rimpianto delle possibilità perse e un continue "se" del mondo attorno a lui: se la natura non avesse dato l'uomo la ragione, l'uomo sarebbe felice nella sua esistenza.
Leopardi esprime un'agonia destinata, non modificabile tale da dare angoscia per la perdita delle possibilità.
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