lunedì 8 giugno 2020

#STEP 20: FANCIULLO E NATURA IN UN ALTRO MONDO

Nello Zibaldone vengono espresse molte riflessioni di Leopardi nella quale il fanciullo è anche uno dei punti centrali.
"Passano anni interi senza che noi proviamo un piacer vivo, anzi una sensazione pur momentanea di piacere. Il fanciullo non passa giorno che non ne provi. Qual è la cagione? La scienza in noi, in lui l'ignoranza. Vero è che così viceversa accade del dolore. (2 Luglio 1821, Zibaldone)."


UTOPIA NON RITROVABILE


L'idea del fanciullo è utopica e il rimpianto del passato è presente continuamente nella poesie di Leopardi e nello Zibaldone. La felicità perduta è ormai non ritrovabile e affligge Leopardi, senza nessuna possibilità di ritrovarla.
La "potenzialità" è persa, introvabile, l'armonia con la natura è una realtà irrealizzabile. Questa è la malinconia mostrata dal punto di vista "virtuale": la perdita totale della possibilità.


RIMPIANTO DI CIO' CHE E' PERDUTO


La poesia di Leopardi è un continuo rimpianto delle possibilità perse e un continue "se" del mondo attorno a lui: se la natura non avesse dato l'uomo la ragione, l'uomo sarebbe felice nella sua esistenza.
Leopardi esprime un'agonia destinata, non modificabile tale da dare angoscia per la perdita delle possibilità.


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