venerdì 1 maggio 2020

#STEP 12: DUBBIO IPERBOLICO

«Chi può assicurarmi che […] Dio non abbia fatto in modo che non vi sia niuna terra, niun cielo, niun corpo esteso, niuna figura, niuna grandezza, niun luogo, e che, tuttavia, io senta tutte queste cose, e tutto ciò mi sembri esistere non diversamente da come lo vedo?»*


GENIO MALIGNO


La citazione sopra è di Cartesio scritta, che già nella 1641 formulava il "genio maligno", l'essere superiore che ingannava tutti gli uomini nel mostrarli una realtà fittizia.

L'uomo non è in grado di sapere se ciò che percepisce con i sensi è reale o virtuale, potrebbe essere una realtà potenziale, che può esistere ma non è quella creata da un Dio onnipotente o dalla natura.

DUBBIO SENZA ETA'


Questo dubbio iperbolico è la rappresentazione migliore della paura della realtà virtuale, la paura di essere imprigionati in una realtà che non esiste veramente, ma solo potenzialmente, e di risvegliarsi in un mondo di macchine che ci manipulano i sensi.


Già in un epoca in cui non esistevano le macchine, i grandi pensatori del passato hanno già ragionato sulla realtà virtuale, cioè la più grande delle virtualità, la cosa più grande che si possa ricreare.
E tutti quelli che ragionano sul tema, raggiungono una fase di terrore, in cui tutta la realtà è in dubbio. Ciò mostra come la paura è senza tempo e età, sempre uguale in tutte le epoche.




*:Cartesio, Opere filosofiche 2. Meditazioni metafisiche. Obbiezioni e risposte, Laterza, Roma-Bari 2009, p. 20

#STEP 25: RIFLESSO

Sera, 10 agosto 2050 Questo agosto Marco e Giovanni volevano provare il campeggio in valle, trovano un’esperienza molto apprezzabile che...